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Obesità nel cane: la perdita di peso con una dieta ricca di proteine e di fibre non influenza solo il BCS ma anche la composizione corporea, alcuni valori ematici e il microbiota fecale.


mercoledì 13 settembre 2023


Obesità nel cane: la perdita di peso con una dieta ricca di proteine e di fibre non influenza solo il BCS ma anche la composizione corporea, alcuni valori ematici e il microbiota fecale

L'obesità è una problematica in costante aumento nella specie canina, come in quella felina, riconosciuta dalla comunità scientifica come una vera e propria patologia, ma troppo spesso sottovalutata dai proprietari

Negli anni sono stati effettuati numerosi studi che hanno dimostrato come l'obesità sia correlata a una ridotta durata della vita, nonché ad un aumento del rischio di sviluppare numerose patologie come il diabete, malattie ortopediche, gastrointestinali, respiratorie e cardiovascolari.

Inoltre, l'obesità è stata associata alla presenza di uno stato infiammatorio cronico e costante definito "low grade".

Essa è una patologia in cui l'intervento dietetico è la terapia d'elezione (se non l'unica) che deve essere messa in atto ma, come tutte le terapie, deve essere ben studiata e formulata.

Troppo spesso, infatti, si pensa che la soluzione per far perdere peso ad un animale sia semplicemente ridurre la quantità di cibo che assume senza modificare il tipo di dieta, nonostante gli studi scientifici abbiamo dimostrato che serve impostare una dieta con caratteristiche nutrizionali ben specifiche per favorire il dimagrimento senza incorrere in carenze nutrizionali.

In generale, la dieta maggiormente consigliata per cani affetti da obesità è caratterizzata da un alto contenuto di proteine e di fibre poiché questo tipo di alimentazione aiuta a preservare la massa muscolare magra, ad evitare carenze di nutrienti nonché a mitigare la fame durante la perdita di peso.

Ma questo tipo di dieta agisce solo sul BCS dell'animale o induce anche altri effetti positivi sull'organismo?

Per rispondere a questa domanda è stato effettuato uno studio in cui sono state analizzate la risposta metabolica, l'attività fisica e il microbiota fecale su 12 cagne di razza beagle femmine adulte sterilizzate con un BCS di partenza di 8/9 o 9/9 (e un peso di partenza di 14,8 + o – 2 kg) che sono state alimentate con una dieta ad alto tenore proteico e di fibra (denominata HPHF).

Tutti i cani sono stati considerati sani e senza altre patologie ad eccezione del sovrappeso.

Lo studio è stato diviso in due fasi, la prima della durata di 4 settimane in cui è stata introdotta la dieta HPHF facendo mantenere il peso corporeo costante ai cani e la seconda, di 24 settimane, in cui la dieta è stata mantenuta uguale, ma aggiustata nelle quantità per far perdere peso agli animali.

In queste 24 settimane i cani hanno tutti perso oltre il 30% del loro peso iniziale con una perdita media del 1,4% a settimana.

La dieta somministrata ai cani non solo era caratterizzata da un elevato tenore proteico e di fibra, ma conteneva anche una serie di ingredienti funzionali come L-carnitina, l'olio di pesce (per le sue proprietà antinfiammatorie e ipoglicemizzanti), l'estratto di tè verde (per la sua capacità di migliorare la sensibilità all'insulina e il profilo lipidico dei cani obesi), fibre ad azione prebiotica, nonché la vitamina C e vitamina E, importanti per le loro proprietà antiossidanti.

La dieta presentava i seguenti tenori analitici su sostanza secca: 42,04% di proteine, 12% di grassi, fibra dietetica totale 26,81% di cui 15% di fibra insolubile e 11,81% di fibra solubile.

Mentre la percentuale sull'energia metabolizzabile era del 52,41% di proteine, del 36,76% di lipidi e del 10,83% di carboidrati.

Al giorno di passaggio dalla prima alla seconda fase dello studio e, in maniera seriale, durante le 24 settimane di perdita di peso sono stati analizzati la composizione corporea e l'attività fisica volontaria, i risultati di esami emato-biochimici completi che includevano anche gli ormoni leptina ed insulina e i marcatori infiammatori quali la proteina c-reattiva e l'interleuchina 6.

Inoltre, sono state effettuati delle analisi chimiche fecali che includevano acidi grassi a corta catena, acidi grassi ramificati e acidi biliari nonché un'analisi del microbiota fecale.

I risultati sulla composizione corporea hanno mostrato una diminuzione della massa grassa e della percentuale di grasso molto significativa, associata ad una lieve perdita della massa magra che però risultata aumentata in percentuale rispetto alla massa grassa.

Le modifiche della massa grassa e della massa magra sono state costanti durante l'intero esperimento e direttamente proporzionali ai kg persi.

Ciò che invece non è stato costante durante l'esperimento è stato l'aumento dell'attività fisica volontaria, infatti, se da un lato è vero che alla settimana 23 l'attività fisica è risultata maggiore rispetto all'inizio del periodo di dimagrimento, dall'altro, durante l'esperimento, ci sono state delle oscillazioni che non hanno permesso di evidenziare una proporzionalità diretta tra la perdita di peso e l'aumento dell'attività fisica.

Dalle analisi del sangue, invece, è emerso che, con la perdita di peso e l'alimentazione limitata, tutti gli ormoni e le concentrazioni di citochine infiammatorie sono diminuiti in maniera significativa.

Dopo le 24 settimane la leptina sierica, l'insulina, la proteina C-reattiva e l'interleuchina 6 sono diminuite rispettivamente del 68,5%, 61,7%, 57,4% e 37,5%.

Anche trigliceridi, colesterolo, calcio, fosfatasi alcalina sono leggermente diminuiti con la dieta HPHF e la perdita di peso mentre, la creatinina sierica, la BUN, la bilirubina totale e le concentrazioni di cloruro sono risultati leggermente aumentati, e in maniera costante, ma rimanendo comunque nei range riportati dal laboratorio per gli animali sani.

Con buona probabilità, l'aumento dell'azotemia è dovuto all'elevata assunzione di proteine a cui consegue un maggior catabolismo degli amminoacidi che, a sua volta, porta a una maggior produzione di ammoniaca e urea e a concentrazioni più elevate sia nel flusso sanguigno che nel lume intestinale.

In cambio, è risultata diminuita in maniera significativa la concentrazione di ammoniaca nelle feci.

Gli altri metaboliti fecali (come gli SCFA e i BCFA totali), invece, non hanno presentato delle variazioni significative durante la perdita di peso e l'assunzione della dieta HPHF.

Come detto in precedenza, durante lo studio, sono anche stati analizzati gli acidi biliari delle feci e i risultati hanno mostrato che gli unici acidi biliari ad aver subito una diminuzione statisticamente significativa sono quelli secondari totali.

Sia la diminuzione dell'ammoniaca fecale che quella degli acidi biliari secondari potrebbe essere dovuta alla modifica della composizione del microbiota intestinale che si è evidenziata durante questo studio.

Infatti, l'analisi del microbiota intestinale ha evidenziato un'alterazione di 4 phyla e oltre 30 generi batterici con un relativo incremento di Bifidobacterium, Allobaculum, Eubacterium, Ruminococcus gauvreauii group e Parasutterella e una diminuzione di Catenibacterium, Lactobacillus, Megamonas, Ruminococcus gnavus group e Streptococcus.

Tuttavia, gli autori stessi specificano che è difficile, se non impossibile, capire se i cambiamenti del microbiota fecale siano dovuti alla perdita di peso e ai cambiamenti metabolici ad essa associati oppure al cambiamento dietetico in sé sia per ciò che riguarda la sua quantità che la sua composizione in nutrienti.

Infatti, se da un lato gli studi effettuati in precedenza hanno evidenziato differenze significative nella composizione del microbiota fecale tra animali obesi e normopeso, facendo pensare ad una possibile relazione tra lo stato metabolico dell'animale e la composizione del microbiota intestinale, dall'altro lato l'inserimento stesso di alcune fibre alimentari nella dieta causa un impatto importante sulle popolazioni che compongono il microbiota.

BIBLIOGRAFIA:
Thunyaporn Phungviwatnikul, Anne H. Lee, Sara E. Belchik, Jan S. Suchodolski and Kelly S. Swanson. Weight loss and high-protein, high-fiber diet consumption impact blood metabolite profiles, body composition, voluntary physical activity, fecal microbiota, and fecal metabolites of adult dogs. Journal of Animal Science, 2022, 100, 1–17. https://doi.org/10.1093/jas/skab379. Articolo open access.


Commenti all'articolo

Elena De Leonardo - 15 settembre 2023 alle 12:49

Grazie interessante..." estratto di tè verde"... hai qualche prodotto da indicare? Grazieeee e dosaggi event.

Staff MyVetDiet - 28 settembre 2023 alle 17:54

Gentile Dott.ssa De Leonardo buonasera,
ci teniamo a ringraziarla per questo suo commento e la preghiamo di scusarci per non averle risposto prima. Abbiamo passato le ultime due settimane a cercare i tenori analitici di qualsiasi produttore di estratto di tè verde che li rendesse pubblici, ma purtroppo senza successo.
Di conseguenza non conoscendo i valori nutrizionali di alcun estratto di tè verde non c'è alcun prodotto che siamo in grado di consigliarle. Ci dispiace non poter fare di più

Dr.ssa Enrica Mazzoni - 11 ottobre 2023 alle 19:04

argomento interessante , che tipo di fibra hanno usato? o usereste tra solubile e insolubile .

Barbara Guidini - 13 ottobre 2023 alle 11:15

La dieta conteneva il 26,81% su S.S. di fibra, di cui il 15% era di fibra insolubile mentre l'11,81% era di solubile. Come fonti di fibre la dieta conteneva orzo, polpa di barbabietola, cellulosa, buccia di psyllium, scFOS e semi di lino.

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